Da
un lato l'aumento del 9% circa delle superfici coltivate a mais nell'Europa a
27 e paesi dell'Est, dall'altro una produzione del seme che si è ridotta in
molte aree per la grave siccità estiva, hanno fatto scendere ad un livello
minimo le scorte di sementi di mais per le prossime semine. «Nonostante il
forte aumento delle superfici investite per produrre seme di mais, salite da
circa 110mila a oltre 158mila ettari nella sola Ue, le produzioni non sono in
linea con le normali attese e pertanto per le semine primaverili 2013 sono possibili
difficoltà per soddisfare tutte le richieste dei maiscoltori» ha commentato Giuseppe
Carli, presidente dalla Sezione colture industriali di Assosementi
«Per
cercare di recuperare produzione - continua Carli - le maggiori aziende hanno
avviato nuove moltiplicazioni di seme in contro stagione nell'emisfero
meridionale, andando incontro a maggiori costi per l'imprevista e aumentata
richiesta e comunque senza la certezza di riuscire ad avere il seme in tempo
utile per le prossime semine. Le richieste europee di coltivazioni in contro
stagione nell'emisfero meridionale si scontrano peraltro con una analoga e
forte necessità ad esempio del nord America, che si trova anch'esso a dovere
fronteggiare un drastico calo produttivo sempre a causa della grave siccità
2012».
Anche
la produzione italiana di sementi di mais non corrisponde sicuramente alle
aspettative. Infatti, secondo i dati dell'Ente di certificazione ex Ense, la
superficie di mais da seme è salita nel 2012 di circa il 35% rispetto al 2011,
con 8.230 ettari contro 6.100, ma le quantità prodotte hanno dovuto scontare un'importante
contrazione a causa della siccità.
Secondo
le stime diffuse da ESA (European Seed Association), le scorte di sementi di
mais riportate ogni anno alla campagna successiva sono d'altra parte
consistenti, ma i danni provocati in tutta Europa dalla siccità debbono portare
a rivedere il bilancio di approvvigionamento.
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