Semine ormai a tiro, ma programmazione che latita e acquisti di mezzi tecnici, sementi e fertilizzanti in primis, praticamente fermi. Continua dunque una situazione di acquisti just in time in cui nessuno (né agricoltori né commercianti) intende esporsi finanziariamente.
Si delineano così due evidenze. La prima, positiva, è la mancanza di condizioni speculative: nessuno fa stock e il prezzo all'agricoltore risulta essere una diretta conseguenza di quanto il commerciante ha pagato la merce. La seconda, potenzialmente negativa, è la possibilità che si creino e problemi di approvvigionamento nel caso in cui si dovesse verificare una concentrazione della richiesta.
«Il mercato è in forte ritardo - conferma Fabio Manara, presidente di Compag, l'associazione dei commercianti di mezzi tecnici per l'agricoltura - sia per problemi finanziari che per l'andamento meteorologico. Le frequenti piogge infatti hanno causato incertezza sulle scelte di semina degli agricoltori e un allungamenteo delle operazioni. E nemmeno prezzi dei fertilizzanti tutto sommato non sostenuti hanno favorio gli acquisti. La campagna potrebbe così essere molto corta e caratterizzata da problemi logistici».
Sulla stessa linea di Manara è Livio Salvador, direttore del Circolo Agrario Frilulano, grossa cooperativa di San Giorgio della Richinvelda (Pn). «Molti agricoltori stanno ancora arando cercando di utilizzare le finestre temporali disponibili fra una pioggia e l'altra e di programmazione si parla poco o niente. La situazione è sicuramente peggiore di quella dello scorso anno; nel 2012, infatti, in questo periodo almeno la pianificazione dell'acquisto dei fertilizzanti era già stata fatta».
Salvador conferma che il prezzo dei fertilizzanti è rimasto stabile o è addirittura diminuito al contrario di quello delle sementi. «Rispetto allo scorso anno gli ibridi di mais sono cresciuti di un paio di euro al quintale. Qualcosa in più le varietà di soia. La soia nazionale lo scorso anno è stata penalizzata dal clima. I quantitativi disponibili sono inferiori e spesso caratterizzati da minor germinabilità: cosicché si è dovuto ricorrere alle importazioni».
«La semina primaverile del mais - afferma Francesco Caterini di Yara Italia, presidente di Assofertilizzanti - deve fare i conti anche con la persistenza della neve nei campi. Se solitamente l'inizio delle semine è previsto per i primi 15-20 giorni di marzo, molti terreni devono ancora essere preparati per gli interventi di concimazione». Secondo Caterini in questo periodo i magazzini dei commercianti sono ancora occupati dalle merci acquistate in precedenza e il mercato dovrebbe rivitalizzarsi con l'inizio dei consumi.
«A livello logistico - afferma Caterini - si preferisce percorrere la strada dell'approvvigionamento in emergenza che si traduce in una richiesta caratterizzata da picchi di domanda in tempi sempre più stringenti, cosa che metterà pressione al sistema logistico».
Il mais cala ma non crolla
Sono ancora pochi gli agricoltori che hanno messo in campo le loro seminatrici. Neve, terreno bagnato e piogge ricorrenti stanno facendo ritardare le operazioni. Ma a oggi la situazione non sembra preoccupare: è opinione comune che i tempi di recupero ci siano tutti.
Intanto ci si interroga su cosa andrà giù fra le primaverili: mais in forte calo? Soia in ripresa? E bietola e sorgo, ormai quasi nicchie come si comporteranno?
La situazione rimane fluida, anche se la stragrande maggioranza degli agricoltori ha già scelto e il quadro è sufficientemente definito. Senza pretese statistiche un rapido giro d'orizzonte conferma il calo del mais che, tuttavia, appare meno forte di quello previsto dai più, dopo i problemi di resa e di aflatossine della campagna 2012. Nelle aree chiave di Lombardia e Veneto si stima una diminuzione attorno al 10%, valore inferiore a quel -20% da molti prospettato. E qualcuno vira verso il mais bianco che, sotto contratto, nel 2013 spunterà 1,20 euro/q in più.
Nelle intenzioni - per le semine si sarà ancora un mesetto da aspettare - ci sarà più soia. L'incremento atteso è vicino al 15%, ma diversi agricoltori segnalano problemi di reperibilità della semente e la percentuale potrebbe diminuire. «La disponibilità è limitata - evidenzia un imprenditore padovano - e chi non l'ha prenotata per tempo non l'avrà. Non un cosa che a noi agricoltori faccia piacere».
La bietola tornerà attorno ai 60mila ettari e, anche in questo caso, qualche lamentela si sente. «Avevo chiesto - sottolinea un agricoltore del Bolognese - di portare da 10 a 15 ettari le mie superfici a bietola, ma non mi è stato concesso dall'industria. Così, andando un po' controcorrente, aumenterò il mais e diminuirò il sorgo». Quest'ultimo ancora una volta non si discosterà dagli ormai soliti (pochj) 30mila ettari. Ettaro più, ettaro meno.